Quanto fa YouTube per gli artisti?
In una lettera aperta pubblicata sul sito Recode il magnate della musica Irving Azoff manager tra gli altri di Christina Aguilera, Eagles, Van Halen e Thrity Second To Mars, ha sostenuto la sua battaglia contro YouTube. Da sempre a favore della salvaguardia dei diritti degli artisti, Azoff sostiene che essi debbano godere dello stesso diritto di salvaguardia e controllo che lo stesso Youtube garantisce a se stesso.
Un punto chiave nella lettera del famoso manager risulta essere quello che riguarda la rimozione di contenuti non autorizzati dalla piattaforma. Nella lettera, infatti, si rivolge a YouTube stesso e afferma che “se l’intenzione è quella di continuare a costringere gli autori a notificarvi qualunque caricamento non autorizzato su Youtube, potreste almeno fare in modo che quando un artista chiede la rimozione di un proprio contenuto questo rimanga fuori dalla piattaforma”.
quando un artista invia una richiesta di rimozione di un brano, questo dovrebbe rimanere fuori dalla piattaforma
Questo business ha sempre fatto affidamento sul consumo gartuito di musica e questo è uno dei motivi per cui, secondo Azoff, “YouTube ha scelto di togliere agli artisti il controllo sulle modalità di erogazione dei propri brani ai propri fan”.
Ma non è solo la modalità di erogazione della musica ad essere criticata. Il magnate si concentra anche sui compensi dovuti agli artisti per la musica su cui hanno diritti, chiedendo a YouTube una maggior chiarezza sui propri ricavi includendo, al momento del pagamento, i guadagni generati dalla pubblicità presente sui video.
Finisce la sua lettera con una frase ad effertto che ribadisce in modo chiaro la sua posizione: “avete costruito un modello di business che funziona molto bene per voi e Google; molto meno per gli artisti”.
la musica su cui hanno i diritti viene sfruttata senza giusto compenso.Spotify ed Apple non hanno questo vantaggio, ed è per questo che sono partner migliori per gli autori musicali
Non sono tardate le risposte a farvore o contro la posizione del magnate della musica e tra loro spicca la risposta dell’imprenditore e vlogger Hank Green, che sullo stesso giornale risponde alla lettera pubblicata esponendo la sua opinione. Green elogia il sistema di Content ID ideato da youtube per garantire ai titolari di copyright di rivendicare i diritti su video che contengono contenuti di loro proprietà.
Il ContentID consente di inserire le proprie canzoni all’interno del database in modo tale da poter essere riconosciute e subito rimosse dalla piattaforma. Come afferma Green il proprietario puo “far rimuovere il video, reclamarne le rendite o fare nulla”.
Se non vuoi la tua canzone su YouTube, caricala sul database del ContentID e emetti un takedown per tutti i video che usano quella canzone
Un punto fondamentale nella lettera di Hank Green è l’importanza che YouTube ha per i piccoli artisti che trovano in esso un trampolino di lancio per la propria musica. E non solo, si pone anche a protezione di creatori indipendenti che hanno trovato il loro sostentamento pubblicando contenuti creativi.
Alle etichette “è stato dato tutto il controllo che la legge prevede, e anche di più”, come ad esempio avviene attraverso YouTube Red, con cui gli artisti ricevono i ricavi più alti di sempre.
Essere su YouTube è un bene per gli artisti e le case discografiche, e tutti lo sanno
La controversia sulla piattaforma video più usata al mondo è quindi ancora aperta e ci vorrà del tempo prima che tutte le parti trovino accordi che soddisfino tutte le loro esigenze. E diciamoci la verità, sarà molto molto difficile.