Miss Americana: Netflix regala uno sguardo furtivo nella vita di Taylor Swift
Il documentario Miss Americana sulla carriera della cantante Taylor Swift è uscito su Netflix all’inizio dell’anno. Solitamente quando si tratta di documentari sulla vita degli artisti sono la prima a precipitarmi a guardarli, tanto che ho basato la mia tesi di laurea sui documentari musicali.
Nonostante questo, il documentario di Taylor Swift è sceso nella cassifica delle cose da guardare. Il fatto è che, nonostante apprezzi la sua musica e la sua capacità imprenditoriale, non sono mai stata affascinata da Taylor come persona.
Dopo la seconda volta che mi consigliavano di guardarlo ho accettato, perchè sai: “magari cambi idea”.
E così eccomi a recensire Miss Americana. Un documentario aspettato da tanti che svela alcuni aspetti della vita della cantante e vuole renderla più umana e vicina al pubblico. Analizza alcune delle tappe fondamentali e dei famosi litigi avvenuti sotto gli occhi del pubblico sempre pronto a dare giudizi.
Ma sarà bastato questo documentario a rendere la cantante più vicina, a dare uno sguardo intimo nei pensieri e nella vita della ragazza?
I problemi con il cibo
Le scene del film si susseguono proponendo immagini di repertorio di una giovane Taylor all’inizio della sua carriera. Stralci di un passato che coivolgono lo spettatore e fanno rivivere i momenti che sarebbero stati la svolta nella carriera della cantante.
La voce della Swift accompagna le scene. Ricordi narrati in prima persona dalla cantante mentre legge il primo diario in cui sono contenute le parole che l’avrebbero portata al successo.
Ed è proprio attraversando queste fasi della vita della cantante che si arriva a parlare della consapevolezza dell’artista del proprio corpo. Descrive gli standard malsani di un’indusctria in cui la donna deve sempre essere magra, perfetta, capace di aggiornarsi e rendersi appetibile per poter soddisfare la curiosità del pubblico e rimanere rilevante e di successo.
La Swift parla di come sia giunta alla decisione di smettere di preoccuparsi troppo di quello che gli altri pensavano del suo aspetto. L’importante, alla fine, è sare bene con sè stessi e con il proprio corpo.
Le molestie sessuali e la presa di posizione politica
A volte capita che un’avvenimento nella vita faccia prendere posizione su questioni riguardo alle quali prima non volevamo esporci o non ci era permesso di farlo.
Per Taylor Swift questa realizzazione è avvenuta in seguito al processo per molestie sessuali che un presentatore radiofonico aveva commesso nei suoi confronti. Il processo in sè e le domande poste in modo da farla sentire colpevole per l’accaduto, sono stati determinanti per la presa di coscenza dell’artista.
Fin da quanfdo aveva mosso i primi passi nel modo dello spettacolo le era stata inculcata l’idea che “una brava ragazza non dichiara mai le sue idee politiche”. Non le impone agli altri, non si schiera mai.
Per questo la cantante si è sempre tenuta fuori dal commentare gli avvenimenti che stavano prendendo luogo nel suo paese, soperattutto in fatto di politica. Dopo il processo ha però iniziato ad esprimenere le sue idee politiche e a parlare apertamente della sua posizione attaccando il governo in carica, a sostenere gli ideali dei gruppi più discriminati.
Quello che ci propone il documentario è uno sguardo sui vari stadi della vita della cantanre. Sulle sue sfide pubbliche (soprattutto quelle con Kanye West), sulle sue prese di posizione e sul perchè di queste.
Non abbiamo però uno sguardo intimo sulla vita della cantante. Come detto all’inizio apprezzo la Swift per la sua capacità di fare spettacolo e per la sua bravura come cantautrice e imprenditrice. Questo film mi ha fatto capire il perchè di alcuni cambiamenti nel suo comportamento e mi ha offerto uno sguardo personale sui motivi e le ragioni di questi.
Ma mi ha fatto amare Taylor Swift? La risposta è no. Anche se tocca temi importanti, sono comunque avvenimenti che il pubblico conosce. Non offre uno sguardo privato sull’artista. Molti argomenti che potevano essere trattati in maniera più ampia senza tuttavia diventare invadenti, sono stati solamente sfiorati. C’era del potenziale nel film che, se ampliato, avrebbe potuto fare la diffrenza.
Nel complesso un documentario da vedere. Aiuta a comprendere alcuni cambiamenti nelle prese di posizione della cantante che ad una prima occhiata sembrano repentine e calcolate e fa apparire più umana la cantante che molti vedono come un’icona.